La Libertà nel rispetto delle scelte reciproche.
 
 
 
 
 
 
 
 


Le dinamiche legate al tradimento e alla perdita di fiducia attraversano multiple dimensioni nella nostra vita, non soltanto la sfera sentimentale legata alla coppia o all'amicizia, bensì i rapporti umani in campo lavorativo, in ambito familiare e di collaborazione nei più svariati settori. Può la nostra percezione individuale di fatti accaduti influenzare negativamente la nostra vita? Può la ripetizione delle stesse dinamiche continuare ad accumulare memorie cellulari negative nel nostro corpo? In che misura il nostro atteggiamento incide nel propagarsi di queste dinamiche?
 
Nel momento in cui una persona fa qualcosa che percepiamo come non coerente rispetto alla nostra percezione soggettiva, ovvero di come dovrebbe essere un buon comportamento, essa diventa negativa ai nostri occhi e andiamo in uscita energetica. Lo svuotamento energetico nasce dalla delusione, dalla non accettazione  della situazione. Sentendoci feriti, alimentiamo il dolore in noi stessi. La scelta dell'altra persona in realtà non ci riguarda direttamente, se non nei termini di fare delle scelte diverse, andando avanti nel nostro percorso senza straschichi emozionali che sono legati esclusivamente a come noi percepiamo i fatti della nostra vita.


Ogni persona sceglie chi vuole essere e quali principi applicare nella propria vita.
È il suo libero arbitrio.
 
Abbiamo dunque solamente il compito di risolvere le nostre dinamiche, le nostre situazioni, non sta a noi diventare i giudici o la lezione per altri. Non ci sono quindi lezioni da dare, è la vita che da le lezioni. Possiamo esclusivamente mettere in pratica i principi che  scegliamo di applicare  nel nostro percorso, alimentando nel mondo determinate vibrazioni, rispettando la nostra verità interiore; ma non possiamo pretendere che una persona cambi se non vuole cambiare. Sulla base di come osserviamo le cose, modificando la prospettiva, cambia anche il nostro modo di rapportarci alle situazioni e alle persone coinvolte. 
 
Di solito definiamo nella nostra mente una struttura perfetta di ciò che è giusto o sbagliato, in cui determinate ipotesi si tengono in piedi, costruendo una verità per sentirci in pace con noi stessi, nel rispetto della nostra morale, o spesso per avere ragione davanti ad altre persone. Tuttavia, il costrutto mentale o i giudizi altrui non impediscono che quella stessa esperienza non si ripresenti. Le ferite aperte alimentano il propagarsi di situazioni analoghe nella nostra vita. Il tradimento nella coppia è sicuramente un esempio emblematico. Se tra due persone non c'è stata una scelta piena reciproca dall'inizio, un accordo matrimoniale non è sufficiente per tenere unite due persone e ha quindi un risvolto esclusivamente giuridico per definire i beni materiali e le relazioni con i figli, nel caso in cui ci siano.
 
 
 
 
 
Soltanto quando risolviamo e trasformiamo le cause che hanno generato quei determinati effetti, solo allora sciogliamo la dinamica corrispondente. Quando cambiamo l'approccio con cui ci poniamo rispetto a persone e situazioni, possiamo realmente vedere le motivazioni per cui quell'evento si è manifestato e quali sono stati i passi che ci hanno condotto sino a quel momento. Non è così semplice osservare con la dovuta attenzione le situazioni quando c'è un profondo coinvolgimento emotivo e le cariche emozionali si muovono con un forte potere energetico nel corpo, creando un abbassamento considerevole della nostra energia vitale. Quando questo accade, iniziamo a diventare canali inconsapevoli di basse vibrazioni, sino a che non ci risolleviamo, ma poi certi stati si ripresentano con una forza sempre maggiore. Quindi anzichè lasciarci trascinare dalle emozioni, abbiamo la necessità di scaricare questa sovraproduzione energetica negativa che altrimenti alimenta emozioni sempre più negative generando rancore, odio, risentimento e alimentando uno stato vittimistico. 
 
È quindi essenziale scaricare queste emozioni, lasciandole scorrere. Le emozioni non si reprimono o si scaricano all'esterno contro persone che non c'entrano nulla con la nostra situazione personale, bensì si lasciano fluire attraverso le gambe e i piedi a terra, lavorando, focalizzati sul proprio respiro. All'inizio pratichiamo la respirazione di radicamento parziale per scaricare velocemente, quindi inspiriamo normalmente e poi lentamente espirando scarichiamo a terra la carica energetica negativa visualizzando un flusso energetico che scorre verso la terra, attraverso le gambe e i piedi. 
 
Le emozioni quindi non stagnano nel corpo, attraverso il contatto con il terreno fluiscono a terra. Non appena abbiamo scaricato e torniamo più tranquilli, passiamo alla respirazione di radicamento totale, in cui quando inspiriamo, visualizziamo che dalle radici entra energia pulita nel corpo e quando espiriamo rilasciamo l'aria a terra, rilassando il corpo. 
 
La pratica della respirazione di radicamento (parziale e completa) ha in questo caso una duplice valenza:
- rilasciare la sovraproduzione di energia negativa che poi diventerebbe stagnante nel nostro corpo;
- tenerci sempre ad un livello energetico abbastanza alto che consente di osservare con distacco le situazioni che viviamo. 
 
Il lavoro interiore, successivamente all'allegerimento energetico, è da qui in poi mirato all'osservazione e al riconoscimento di ciò che mettiamo in atto, anche inconsciamente, che favorisce il ripetersi della stessa dinamica in altri contesti e con altre persone. Per potenziare la nostra percezione interiore lavoriamo dapprima con l'attenzione divisa, focalizzando la nostra attenzione sul respiro; per potenziare invece la percezione dall'esterno lavoriamo con l'attenzione multipla che ci consente di avere una visione sempre più obiettiva della situazione che stiamo osservando e delle energie messe in campo. Andiamo a ritroso anche nelle esperienze precedenti, iniziando ad accettare dapprima l'ultima esperienza.
 
 



La ferita è sempre una nostra responsabilità.
 
 
Sta a noi capire chi abbiamo di fronte per definire quanto spazio condividere. Quando la storia finisce, liberamente possiamo scegliere di non continuare la frequentazione, slacciandoci in modo positivo. È fondamentale che la situazione si chiuda nel miglior modo possibile, ancora meglio mantenendo un dialogo, seppur minimo. È un lavoro complesso che richiede tantissima energia, perchè nel frattempo le emozioni continuano ad essere risvegliate dalle memorie presenti, quindi dovremmo riscaricare ancora e riosservare, con il maggior distacco possibile. E farlo tutte le volte che questo è necessario ad un riequilibrio interno nel tendere costante alla stabilizzazione del nostro stato interiore. L'obiettivo è quindi sciogliere la dinamica in essere, concludere in positivo l'esperienza, in modo da non portare straschichi nel presente e nel futuro. Meglio non iniziare relazioni in un contesto non ancora risolto, prendersi un po' di tempo per se stessi, purificarsi dall'esperienza appena trascorsa, al fine di non riprodurla subito nel presente.  Quando il legame è sincero e autentico permane, perdura nel tempo. Ogni legame è diverso, ha una sua storia, una sua evoluzione. Partendo da questa consapevolezza possiamo dare fiducia al nostro nuovo/a compagno/a, lavorando sulle nostre paure o insicurezze, trasformando in positivo il nostro passato. 


 

Se vuoi ascoltare la puntata su Youtube clicca qui

 

Per cambiare il presente, guarire le ferite emozionali, possiamo seguire i seguenti step:
 
1 - Accettare la situazione, ciò che è accaduto, entrando in contatto con il nostro respiro e fare affermazioni focalizzate di accettazione (ad es. Io concedo all'altro di essere ciò che è; Io concedo all'altro di essere ciò che vuole essere);

2 - Lavorare sulle emozioni negative che escono fuori (praticare mentre si cammina la respirazione di radicamento parziale e totale per scaricare le emozioni negative a terra);

3 - Osservare con distacco la dinamica per riconoscere i passi che ci hanno condotto a creare quella realtà (applicare l'attenzione divisa e multipla);

4 - Dare fiducia al nuovo compagno/a o amico/a o collaboratore, andando avanti nel nostro percorso evolutivo (radicare per aumentare la nostra stabilità interiore). 


 
 Playlist con tutti gli esercizi dei vari step
 
 
 
 
Il cambiamento nasce da una scelta, da un percorso interiore che viene fatto in se stessi, non da un controllo o da una pretesa di uno sull'altro. Il presupposto da cui partiamo è che partecipiamo alla creazione della realtà, quindi ci focalizziamo esclusivamente sulla nostra partecipazione. In questo modo possiamo guarire le ferite aperte che ancora continuano a propagare e a favorire inconsciamente la ripetizione di certe dinamiche, non solo nella nostra vita, ma anche in quella dei nostri figli a cui viene trasmessa geneticamente quell'informazione.