Io Sono. Tu Sei.
Le affermazioni focalizzate sono uno strumento potente di creazione consapevole in ogni ambito della nostra vita: la famiglia e la coppia riguardano una sfera molto intima di ciascuno di noi, rappresentano una delle dimensioni più sensibili di noi stessi. La famiglia esprime le nostre origini, l'appartenenza ad una storia, ad una generazione, ad un vissuto; mentre la coppia incarna il nostro completamento, la complementarietà degli opposti, il percorso terreno e spirituale compiuto a fianco della nostra metà.
Poichè la famiglia e la coppia riguardano sfere molto sensibili del nostro Essere, le affermazioni focalizzate sono da formularsi in modo consapevole, al fine di agire in se stessi per una trasformazione positiva e duratura del proprio mondo interiore e quindi, di conseguenza, esteriore. Una formulazione accurata genera un nuovo ordine, un nuovo inizio, un nuovo equilibrio, una nuova partenza della nostra creazione e co-creazione consapevole che abbraccia nel qui e ora ogni tempo e ogni spazio. D'altro canto una formulazione incentrata sul proprio ego, su false convinzioni o illusioni, restringe e limita la nostra stessa trasformazione, irrigidendo la nostra percezione su un piano strettamente mentale.
Per una corretta formulazione mettiamo in pratica alcuni semplici accorgimenti:
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La relazione è sempre uno ad uno, ad es. madre e figlio, padre e figlio, nonno e nipote, ecc., poichè ognuno di noi è un'unità di consapevolezza distinta che si relazione ad un'altra.
- Il rapporto, il dialogo avviene allo stesso livello nel rispetto del libero arbitrio reciproco. Non ci relazioniamo ponendoci in una posizione di superiorità o di inferiorità, ma sempre al livello di esseri consapevoli.
- La trasformazione delle dinamiche sia familiari che di coppia avviene sempre interiormente, l'esterno è solo uno specchio dell'interno. Non è quindi all'esterno che dobbiamo focalizzarci, semplicemente osservare ed individuare il disequilibrio energetico per poi lavorarci.
ESEMPI FAMIGLIA E COPPIA- Esploriamo alcune affermazioni pronunciate nelle relazioni familiari, personali e nella coppia.
Es. "Cara Mamma
io prendo tutto da te,
Totalmente.
Io ti prendo per madre
e tu puoi avermi come figlio.
Tu sei la grande e io il piccolo,
tu dai
e io prendo.
Cara Mamma!
Sono felice che tu abbia scelto Papà
Voi siete gli unici genitori adatti a me,
solamente Voi."
Questa frase riguarda il rapporto figlio/a e madre. "Cara mamma" esprime proprio questo dialogo rivolto alla propria madre.
La frase “io prendo tutto da te” utizza il verbo "prendere" che ha un'accezione in parte negativa. Questo verbo non favorisce una guarigione, è quindi improprio, perchè non siamo in espansione del cuore, bensì in una posizione di "chiusura". Si potrebbe sostituire con "accolgo pienamente i tuoi insegnamenti" (insegnamenti intesi in senso ampio di comprensione per la nostra evoluzione). Poichè la madre è lo specchio della componente femminile in noi stessi, utilizzando verbi come "prendere" portiamo in disequilibrio la componente del femminile rispetto a quella del maschile. Sta a noi trasformare questa componente dall'interno, mantenendo la nostra unicità nel rispetto reciproco. La trasformazione avviene internamente, mentre i genitori sono da accettarsi così come sono. La scelta della famiglia di origine è una nostra scelta animica, per cui l'esperienza va accolta nel modo più positivo e più fluido possibile.
Inoltre la formulazione delle frasi va espressa in termini positivi, in modo da favorire la trasformazione. "Tu sei la grande e io il piccolo", questa espressione è impropria in quanto non si considera l'età anagrafica al fine della relazione. Il rapporto avviene tra esseri consapevoli, riconoscendo semplicemente che ogni persona è un individuo cosciente sul percorso della vita e come tale va rispettato. Relazionandoci come persone consapevoli a prescindere dal ruolo nella famiglia, possiamo sciogliere le dinamiche di relazione, restituendo lo spazio ad un altro o ripristinando il nostro stesso spazio. Ciascuno porta in sé un insegnamento e ci fa da specchio. Sta a noi cogliere il senso, il significato degli avvenimenti che viviamo nella nostra vita. Noi potenzialmente, essendo figli, siamo il terreno fertile per la propagazione di certe dinamiche/certi meccanismi nella nostra vita e nelle generazioni successive. Queste dinamiche vanno osservate e riconosciute nel rapporto con loro e nel rapporto tra di loro (anche nel caso di genitori separati).
Trasformiamo in:
→ Cara mamma, caro Papà vi ringrazio per avermi dato la Vita. Voi siete lo specchio del mio maschile e del mio femminile da trasformare e riarmonizzare in me stesso/a.
Es.“Tu sei il Nonno e io sono il Nipote, mi dispiace che tu abbia sofferto, tu sei mio Nonno, io sono tuo nipote, siamo due persone diverse. Ti restituisco tutto il peso del tuo dolore, tutto il peso del tuo destino”.
Nonno e nipote sono già due entità distinte quindi è superfluo ricordarlo, semmai diventarne consapevoli è la vera sfida. Nascere in una determinata famiglia è una scelta animica, non è possibile scinderci dalla nostra famiglia di origine, semmai trasformare dall'interno le dinamiche familiari nella nostra vita. Possiamo scegliere di non propagare più determinate emozioni/modi di agire/modi di pensare, quindi non abbiamo nulla da restituire perchè è già in noi sin dalla nostra nascita..è il bagaglio che ci portiamo dietro e che ci caratterizza. Sta a noi scegliere ciò che vogliamo alimentare nella nostra vita e lasciar andare ciò che invece non vogliamo continuare a propagare. Inoltre ricordiamo che se utilizziamo sostantivi negativi (ad es. sofferenza) il focus va lì, ancora prima dei verbi.
Le proiezioni su di noi o che noi abbiamo sugli altri possono essere arginate distaccandosi dalla proiezione stessa, ovvero non identificandoci nel ruolo che ci è stato dato (ad es. una madre può proiettare sul figlio il proprio marito o ex marito). In questo caso è importante trovare il proprio spazio, limitando quindi la proiezione. Anche una proiezione infatti va nutrita nel vissuto, quindi spesso è necessario un distacco fisico per ribilanciare i propri confini. Ciò che conta è inoltre come ci sentiamo dentro, se ci sentiamo liberi, lontani dai giudizi, ci comportiamo da persone libere; se invece siamo dipendenti psicologicamente ed emotivamente da madre/padre; zio/zia; nonno/nonna ecc. allora mettiamo in atto comportamenti e azioni che ci limitano e noi stessi propaghiamo inconsciamente quella stessa proiezione.
Trasformiamo in:
→ "Caro Nonno, ti ringrazio per Essere ciò che Sei. Grazie per gli insegnamenti che mi hai donato e per le lezioni che mi hai aiutato a comprendere. Grazie".
Es. “Sono l’artefice della mia vita, io costruisco la sua fondazione e scelgo il contenuto".
Abbiamo 3 azioni distinte in un’affermazione e questo causa dispersività.
Consapevolmente creiamo delle cose, inconsapevolmente ne creiamo ancora delle altre. Per cui non possiamo “controllare” le nostre vite e credere di limitarne "il contenuto" ad un certo ambito. Possiamo invece fare delle scelte coerenti a determinati principi, i quali poi diventano cause di altri effetti. Il controllo è quindi un'illusione poichè noi partecipiamo ad una co-creazione collettiva, sebbene siamo responsabili di ciò che mettiamo in atto nella nostra vita. Quindi possiamo lavorare su come relazionarci rispetto agli eventi che viviamo.
Trasformiamo in:
→ “Io Sono responsabile della mia vita”.
Es. “Io perdono coloro che mi hanno fatto del male in passato e pacificamente mi distacco da loro".
L’azione del perdono è espressa verso l’esterno, mentre invece avviene interiormente attraverso un lasciare andare. L’uso della parola “male” imprime di negatività la frase e pone un accento di vittimismo rispetto alla dinamica intercorsa tra le persone coinvolte. “Pacificamente” si può anche omettere.
Il punto è accogliere, accettare un’esperienza pregressa, comprenderne l’insegnamento e lasciarla andare. Nelle nostre esperienze le persone sono solo espressione di forze mosse da noi stessi, degli specchi che hanno una funzione di crescita e di evoluzione. È importante quindi non prendere le cose in modo personale.
Semplificandola diventa “Io sono Perdono” se partiamo dall'affermazione focalizzata prima "Io Sono".
Possiamo trasformare ancora in:
→ “Io ringrazio ogni persona che ha fatto parte della mia vita. Oggi Io Sono anche grazie a loro”.
Es. “Il mio matrimonio sta diventando sempre più forte, più profondo e stabile ogni giorno”.
Il matrimonio è solo una istituzione e un rito, per cui il focus andrebbe messo sul rapporto di coppia, sull’armonia di coppia.
Trasformiamo in:
→ “Noi Siamo Amore, Verità e Fiducia” oppure “Noi Siamo nutriti dall'Amore”.
Es. "Il partner perfetto per me è venuto nella mia vita prima di quanto mi aspettavo."
La persona giusta compare nella nostra vita quando ci muoviamo in maniera coerente con il nostro sentire e nella Verità dei nostri sentimenti. Il rapporto di coppia si vive, scrivere in questi termini come se fosse un ordinazione non da il giusto valore ad un rapporto pieno e appagante, basato sull'Amore e sulla Fiducia.
Trasformiamo in:
→ "Io Sono Amore. Io Sono Fiducia. Io Sono Ripetto".
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Come formulare le affermazioni focalizzate
AFFERMAZIONI FOCALIZZATE E DINAMICHE FAMILIARI - GENITORI E FIGLI